E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

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venerdì 28 giugno 2013

Il Primo Ballo



Ops, Vinicio l'ha combinata di nuovo. E per fortuna ci pensa lui a combinarle, altrimenti non oso immaginare come (ancor peggio) saremmo messi ;-)

Recupero orgoglioso delle proprie origini e valorizzazione priva di atteggiamenti pietistici di una fetta quanto mai degna ed epica di umanità: cosa chiedere di più?

In teoria il disco è uscito lo scorso 25 giugno per La Cupa edizioni. Tuttavia, riesco a reperirlo solo su IBS, Amazon lo dà attualmente non disponibile, non parliamo di Feltrinelli...




Su Sentireascoltare potete trovare il primo brano in anteprima: ovvero, come se la Carmen fosse stata rivisitata da una surf-band californiana a spasso per una festa di paese. Magnifica.

  1. Espana cani
  2. Primo ballo
  3. Brillante
  4. La piccinina
  5. Creola
  6. La valle degli sposi
  7. Tra veglia e sonno
  8. Stelle di Spagna
  9. Un filo di speranza
  10. Educande
  11. Fuego
  12. Balliamo
  13. Rondinella forestiera
  14. Sbarazzina
  15. Il canto nella valle
  16. Valzer dell’amore
  17. Castel Raimondo
  18. Quadriglia/Rosamunda
  19. Aprite la finestra
  20. La Calitrana
  21. Amapola

mercoledì 26 giugno 2013

Sarama


 
 
Mousso sarama ni mousso dembéma ni mousso tchègni bè Bamako
Bakakènè mousso ni guipure mousso ni mini dow na bè Bamako
Alé yé nièlé tè massi nisôgoya
Alé yélègni tè massi nièlagoya
 
Everyday dressed like a queen
In blue, red, yellow dresses
Women in Bamako are beautiful
 
Oh Mali mousso
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
Houn hounhounhoun
 
Né ma dan sôro moussow la
Mali moussow tama tchoko kagny
Né ma dan sôrô n’wolo ba ou la
Farafina moussow ou sara ba ou la
Né bè foli bila moussow ou yé
Ah moussoya
A kouma fôba katchan dé
Ah moussoya
A wale kè baka mantchan
Sébè Alla yé, bara bè moussow bolo
Tchè mana nia fourouso mousso
Tchè mana tiniè fourouso mousso
Dén mana niè a woloba mousso
Dé mana tiniè a woloba mousso
Bana baou, famabaw,  ni nalomaw, banabatow
Wolo baka ni ou lado baka
 
Ô Farafina mousso
I miss your smile
 
Everyday they face their destiny
Shirtless, barefoot under the sun
Women in Africa are strong
 
Ô Farafina mousso
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
I admire the courage you face your destiny with
 
Ô Farafina mousso
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
My inspiration is drawn from you
 
Ô Farafina mousso
I miss your smile
 
Anything good I can do
I want it to be a tribute to you
 
Mali moussow tamatchoko kagni
Farafina moussow ou sarabaw la
 
Mali moussow tamatchoko kagni
Farafina moussow ou sarabaw la
 
Mali moussow tamatchoko kagni
Farafina moussow ou sarabaw la
 
Mali moussow tamatchoko kagni
Farafina moussow ou sarabaw la
 
Mali moussow tamatchoko kagni
Farafina moussow ou sarabaw la



SARAMA (English)


In the streets of Bamako,
Borne along by their nonchalantly cadenced gait
Women of queenly bearing, crowned with head-dresses of bazin
Women with luminous smiles, beautified by their short skirts
Large bodies carried proudly, draped in lacey boubou
Their elegance dazzles, their charm enchants
 
Everyday dressed like a queen
In blue, red, yellow dresses
Women in Bamako are beautiful
 
Ô Mali Mousow (Women of Mali)
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
Hummmm
 
They are astonishing
 
Malian women are strong
 
My mothers are impressive
 
African women enchant
 
My revered ones!
Femininity is an art,
Maternity is a job of work.
Many talk about it
But few have mastered it
At the source of every great man a great woman reigns
In his magnanimity, the lord has granted them so much!
 
Ô Mali Mousow (Women of Mali)
I miss your smile
 
Everyday they face their destiny
Shirtless, barefoot under the sun
Women in Africa are strong
 
Ô Mali Moussow (Femmes du Mali)
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
I admire the courage you face your destiny with
Ô Farafina Mousow (Women of Africa)
I miss your smile
 
I want to hear your laughter
My inspiration is drawn from you
 
Ô Farafina Mousow (Women of Africa)
I miss your smile
 
Anything good I can do
I want it to be a tribute to you
 
Ô Farafina Mousow (Women of Africa)
I miss your smile
 
The Malian woman is strong
The African women enchants
 
The Malian woman is strong
The African women enchants
 
The Malian woman is strong
The African women enchants
 
The Malian woman is strong
The African women enchants

giovedì 20 giugno 2013

Un sms per disco

Bau - Inspiração (Lusafrica, 1998). La morna capoverdiana come musica di autentico struggimento e passione: quanto è vero.



Chucho Valdes & The Afro-Cuban Messengers (Jazz Village, 2013) - Borfer-Free. Raffinatissimo, proprio come il tocco al pianoforte di Chucho. Jazz latino cinque stelle deluxe.


Le Mystere Jazz De Tombouctou (Kunkan 1977, ristampa Light In The Attic/Kindred Spirits 2010). Mali is the place.


Etran Finatawa - The Sahara Sessions (Riverboat Records, 2013). Con loro si va sempre sul sicuro. La loro è la musica della quiete, del cielo stellato che guarda e protegge tutti quanti noi.


Paolo Angeli - Sale Quanto Basta (Arti Malandrine, 2013). Uno dei dischi più interessanti e intensi ascoltati quest'anno, impossibile parlarne in due righe. Spero che sia comunque sufficiente per stuzzicare la curiosità dei passanti.


Rokia Traoré - Bowmboi (Nonesuch, 2003). Rokia ha una discografia mediamente fantastica (e pensare che prima non me la filavo granché!). E Bowmboi è un album da ascoltare infinite volte: il passo verso il superamento e la sublimazione della musica popolare mandé viene decisamente compiuto, in modo clamoroso. Kronos Quartet adiuvat.


Vieux Farka Touré - Mon Pays (Six Degrees Records, 2013). Vieux, caro Vieux. Copertina orrenda. Ma la musica è quella tua e del tuo papà.


Melt Yourself Down - Melt Yourself Down (Leaf Records, 2013). Non ho ancora ben capito chi diamine siano (gente degli Heliocentrics, che ha suonato con Mulatu, etc.). E non ho ancora ben compreso che cazzo di musica suonino (probabilmente un mix di afrobeat, punk, avant-jazz, electro, dance). Ma l'album è STRE-PI-TO-SO.


Francis Bebey - African Electronic Music 1975-1982 (Born Bad Records, 2012). A differenza del disco di Vieux, questo ha una cover magnifica. Ma è niente in confronto al contenuto. Dispiace che molti indie-kids preferiscano ascoltare i Vampire Weekend piuttosto che roba come questa.


Samba Touré- Albala (Glitterhouse Records, 2013). Samba è l'altra mia base sicura in Mali insieme a Bassekou Kouyate e Toumani Diabate. Terzo, ottimo lavoro.


Jon Madof - Zion80 (Tzadik, 2013). Disco afrobeat dell'anno, senza se e senza ma. O meglio, jewish afrobeat.  Che cast di musicisti, ragazzi!


Ukandanz - Yetchalal (Buda Musique, 2012). The Ex & Getatchew Mekurya docent. Post-punk gioiosamente contagiato con ethio-funk e ethio-jazz. E' un gran bel sentire, e dal vivo ancor di più.


Dirtmusic - Troubles (Glitterhouse, 2013). BKO era il classico disco di indie-rock/blues americano trapiantato nel deserto (il classico nientedeche, del tipo: l'album di Owiny Sigoma Band se ne faceva un baffo). Questo Troubles invece è molto interessante, parla un linguaggio finalmente diverso. Mi ha sorpreso. Devo riascoltarlo.


Ali Mohammed Birra - Great Oromo Music: Ethiopiques 28 (Buda Musique, 2013). Che miniera di musica l'Etiopia! Volete farmi un regalo? L'intera collezione di Ethiopiques, una trentina di uscite edite negli ultimi 4-5 anni da Buda Musique (con un'operazione musicale-antropologica da cinema, e sulla quale mi sono soffermata mille altre volte nei miei blog precedenti). La Great Oromo Music è un qualcosa che scalda le viscere e ti fa muovere i muscoli.

The Notorious Hitch



The length of a film should be directly related
to the endurance of the human bladder.


Sebbene il mio Hitch preferito rimanga quello del periodo pre-Universal, all'incirca anni '40-primi '50, questo a Palazzo Reale è per me un appuntamento imperdibile ;-)

Da domani al 22 settembre, settanta scatti tratti dal backstage dei film girati per la Universal, da La Finestra Sul Cortile (1954) a Complotto Di Famiglia (1976). Non mi resta che augurarvi buon divertimento, oppure, come avrebbe detto il Maestro, Everyone loves a good murder!

sabato 15 giugno 2013

Blaccahénze!


Davvero interessante questo progetto collaterale di prezzemolino Roy Paci, dalla denominazione che è tutto un programma, Corleone. Su Blaccahénze, il disco, uscito lo scorso febbraio, ancora non ho messo le mani, ma spero di potere presto rimediare.
Per chi potrà essere in zona, martedì 18 giugno suoneranno al Carroponte a Sesto San Giovanni (MI).

Buone vibrazioni a tutti!


venerdì 24 maggio 2013

The Ex Unbound

The Ex & Brass Unbound - Enormous Door (Ex Records, 2013)

The Ex sono tra le band che maggiormente incarnano quello spirito che, su un piano artistico, intellettuale ed umano, apprezzo ed ammiro non solo in ambito musicale ma di approccio all'esistenza e all'Altro in senso lato. Un approccio caratterizzato dalla curiosità per le piste poco battute e per i sentieri inesplorati, dall'attenzione per le briciole - raccolte, valorizzate e tramutate in sostanzioso companatico, da legami intessuti che trascendono la dimensione del qui ed ora del viaggio e dell'esperienza immediata. Enormous Door è per lo più composto da materiale inedito, con l'eccezione di un brano - Bicycle Illusion - contenuto nel precedente (splendido) lavoro Catch My Shoe (Ex Records, 2010). Il sound e la filosofia di fondo sono i medesimi che animano le ultime prove dal vivo e in studio: i recenti tour con Getatchew Mekurya e le collaborazioni/commistioni rispetto alle quali i Nostri non sono di certo nuovi (vedi le passate esperienze col violoncellista Tom Cora, per citarne una) rappresentano un bagaglio che ha ormai inevitabilmente e felicemente contaminato il modo di viversi come musicisti e artisti. Gli spunti sono situabili in una zona ibrida dove il consueto post-punk civicamente e politicamente consapevole, marchio di fabbrica della band, si allaccia in maniera naturale e feconda ad echi africani e alla musica popolare etiope nello specifico (Belomi Benna). E, per un Getatchew Mekurya che a questo giro riposa, c'è il dream-team Brass Unbound che subentra con una corazzata di fiati a tratti epici, a tratti scomodi, sempre graffianti.

Al momento questa è la mia musica da sogno.


The Ex + Brass Unbound

  • Andy Moor - guitar, baritone guitar
  • Terrie Hessels - guitar, baritone guitar
  • Arnold de Boer - vocals, guitar, sampler
  • Katherina Bornefeld - drums, vocals
  • Mats Gustafsson - baritone sax
  • Ken Vandermark - tenor + baritone sax, clarinet
  • Wolter Wierbos - trombone
  • Roy Paci - trumpet

Tracklisting

  • 1. Last Famous Words (5:56)
  • 2. Every Sixth Is Cracked (6:29)
  • 3. Belomi Benna (4:32)
  • 4. Red Cow (3:28)
  • 5. Our Leaky Homes (4:21)
  • 6. Bicycle Illusion (7:04)
  • 7. We Are Made Of Places (5:20)
  • 8. Theme From Konono No.2 (7:08)

mercoledì 22 maggio 2013

Il disco che non ti aspetti


 
Incredibile! Un disco di Pat Metheny che non mi provoca sonnolenza, tutt'altro! Sarà l'effetto del benefico contagio con la Tzadik, fatto sta che è l'uscita dei Book Of Angels che ultimamente mi ha più colpito. Bravi Pat, Zorn & Co!

La pubblicazione avviene in contemporanea per Tzadik e Nonesuch, dunque è probabile che troviate due copertine e grafiche differenti, entrambe sul rosso, ma il materiale è il medesimo. A proposito, che belle queste collaborazioni tra label illuminate!


Pat Metheny - Tap: Book Of Angels Vol. 20 (Tzadik/Nonesuch, 2013)


Musicisti:

Pat Metheny: tutto meno la batteria

Antonio Sanchez: batteria

martedì 21 maggio 2013

Paolo Angeli, Musicista di Bordo


Paolo Angeli, ovvero una one-man band. Chitarra sarda modificata, viene definito lo strumento che lui non si limita a suonare, ma del quale è anche in certo modo artefice, inventore e padre, e col quale intrattiene un rapporto che non saprei come altrimenti descrivere, se non speciale.

A piedi nudi, consuete bermuda e maglia a strisce: Paolo Angeli è un Billy Budd del Mediterraneo, che dalla natìa terra sarda è approdato sulle coste nord africane e medio orientali, ma che non ha temuto di valicare le Colonne d'Ercole andando alla ricerca di nuovi suoni e intessendo dialoghi con musicisti di oltre confine (Fred Frith, Hamid Drake, Mats Gustaffson), per una musica che si pone come inafferrabile, in grado di disorientare anche il più abile cartografo.

Una musica della quale conta esperirne, fenomenologicamente, l'intreccio di vibrazioni e suggestioni di cui è intrisa.



Paolo Angeli - Sale Quanto Basta
(Arti Malandrine/Goodfellas, 2013)

domenica 19 maggio 2013

SuomiJazz Rulez

Rakka - Soutu (Nordic Notes, 2012)
Alamaailman Vasarat - Valta (Nordic Notes, 2012)


Che genere di musica potrebbero fare due band finlandesi dai nomi impronunciabili, come Rakka e Alamaailman Vasarat?



Alamaailman Vasarat

Se passano dalle mie parti significherà pur qualcosa, e d'altronde non avrei nemmeno posto la domanda se tra le pieghe dei moniker impossibili e delle copertine enigmatiche non si fosse nascosta una sorpresa. L'estrazione dei musicisti coinvolti è, fondamentalmente e chiaramente, jazz.

Valta (Nordic Notes, 2012) è un labirinto di suoni e composizioni tra il medio oriente, la penisola balcanica e tentazioni metal. Da non credere, ma nonostante l'eterogeneità degli spunti e delle latitudini il risultato finale risulta coeso e godibilissimo.



Rakka


Soutu (Nordic Notes, 2012) punta decisamente verso il continente africano, non tralasciando aromi e spezie mediterranee. Ethio-jazz, afrobeat, psych-funk dell'Africa Occidentale, di un'immediatezza ed un'eleganza non comuni e, anche qui, con uno sbalorditivo senso di continuità tra i diversi territori esplorati. Sembra che strizzino l'occhio sussurrando all'ascoltatore "Guarda che ti stiamo prendendo in giro", ma al contempo conquistano facendo solo vagamente intuire un quid inafferrabile che, al di là di latitudini e coordinate, non si saprebbe bene dove collocare.





giovedì 16 maggio 2013

Vi dico la verità: Willie Wright è tornato e non è un sogno

Willie Wright - This Is Not a Dream (Green Coil Records, 2012)

Non è un sogno, è il primo album di Willie Wright da 34 anni a questa parte! Legittimo che possiate obiettare: e chi fu costui? In effetti questo Carneade della musica black mi è rimasto ignoto sino a quando non mi sono imbattuta nello splendido Telling The Truth (1978), ristampato dalla Numero Group poco tempo fa. Ovvero: un blend aromatico di soul, jazz, folk ora acustico ora corale-orchestrale, ora Terry Callier, ora Ritchie Havens, ma con un'impronta musicale ed interpretativa personalissima, innervata di un coraggio e un'umiltà di fondo davvero ammirevoli.