E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

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domenica 16 luglio 2017

Fender al posto di fucili e musica come strumento di resistenza: Tinariwen a Villa Arconati




Tinariwen Live @ Villa Arconati, 12 Luglio 2017


I Tinariwen sono decisamente la cosa più rock n'roll in cui ci si possa imbattere nel 2017. 

Con il loro conturbante immaginario sensoriale che, più che un luogo fisico-geografico, è ormai luogo della mente: costretti a lasciare la loro Tessalit, nel nord-est del Mali, hanno inciso gli ultimi tre album nel deserto di Joshua, in California. 

Loro, con la loro formazione aperta: all'appello manca uno dei leader, Ibrahim Ag Alhabib, ma gli altri si suddividono meravigliosamente le responsabilità e il compito di trainare banda e pubblico. 
Loro, con i continui scambi di chitarre acustiche, elettriche e basso: stupore tra il pubblico quando il bassista si trasferisce al centro del palco, affidando il basso ad uno dei compagni ed esibendosi in due pezzi da brivido (uno dei quali, Nannuflay, vedeva su disco un cammeo di nientepopodimenoche Mark Lanegan).





Vi risparmio la spiega su come i Nostri si siano incontrati per la prima volta  - perlomeno, i leader - in un campo di addestramento libico. I Tinariwen nascono infatti nel 1979, mostrandosi nel tempo come uno dei gruppi più longevi e credibili dell'ondata tuareg-rock, che, diciamolo pure, rimane un genere 'di nicchia' (e ne siamo felici ... a quante banalizzazioni potrebbe prestarsi? Meglio non saperlo). Ad ogni modo rimando a questo articolo per un approfondimento, a mio parere necessario per meglio comprendere la visceralità della loro musica.


Un'ora e mezza di rock-blues trascendente, ipnotico, che parte piano - anche nel coinvolgimento del pubblico, che si attarda tra birre e piadine al bar e accorre veloce non appena i Nostri compaiono - per continuare in un crescendo di ritmi suadenti ed elettricità sempre più densa (quando le due elettriche suonano contemporaneamente la band prende letteralmente il volo).




Si conclude con una sorta di rap, ripescato dal primo album, The Radio Tisdas Sessions, che infiamma chi ancora non stava bruciando (personalmente ho preso a bruciare dall'inizio ... e con Assawt sono quasi evaporata ...).

Un gruppo unico e strepitoso che si è concesso generosamente in una cornice, quella di Villa Arconati, davvero speciale.




lunedì 3 luglio 2017

Concerto Versatile



Antonella Ruggiero che tiene un concerto alla Festa di San Defendente a Cassolnovo, pure una delle più sentite qui in LomellinaLand, è un po' come Corrado Augias o Piero Angela che tengono una conferenza all'Ipercoop.

Eppure: pubblico numeroso e attento, lei di una umiltà e di una classe superiori. Ci tiene subito a presentare la band che la accompagna, tra cui spicca Mark Harris (proprio lui!). Brani, pescati dalla carriera solista post-Matia Bazar ma anche più vecchi (da Per un'ora d'amore a Vacanze Romane), tutti elegantemente riarrangiati per questo "Concerto Versatile" (sugli echi dub di Solo tu ho quasi pianto).

Su Antonella che altro dire, che non sia già stato detto nei suoi più di 30 anni di carriera? Che ha commosso nella parentesi dedicata alla sua Genova (due gli omaggi a De Andrè, La canzone dell'amore perduto e Creuza de ma, e uno a Bruno Lauzi, Genova per noi). Che ha stupito per la sua voce da aliena, che è davvero così, come la si sente nei dischi o alla tv, e che può concedersi il lusso di una versione scat di Caravan di Duke Ellington.

Ridondante, forse, ma doveroso precisarlo: Antonella Ruggiero e la sua band hanno suonato ad offerta libera per una splendida ora e mezza. Qui a Vigevano ci teniamo Nek e Biondi. Che tristezza.