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giovedì 18 luglio 2013

Le Scarpette Rosse

Le Scarpette Rosse (The Red Shoes, M. Powell / E. Pressburger, 1948)

Un film che si ispira ad una fiaba e che si configura come una fiaba dentro a una fiaba. La triste vicenda della ballerina Victoria Page (Moira Shearer), la sua passione totalizzante per il ballo, il suo amore (in)felice, il suo ultimo sacrificio, trasfigurati visivamente e narrativamente ne Le Scarpette Rosse di Hans Christian Andersen. Un'opera splendida, che riconcilia con l'idea stessa di cinema, con una Moira Shearer leggiadra ed un cast di attori/ballerini superbo. Più che a un film è come assistere ad un sogno ad occhi aperti, nel quale è così facile venire risucchiati: la sequenza centrale del balletto è incantevole, a tratti delirante, e trova nel collasso surrealista fra i vari livelli della realtà narrativa il proprio trionfo. Un festa per gli occhi che non ha davvero nulla da invidiare alla maestosità (per non chiamarla kitscheria) di certo cinema odierno (Luuuuuhrmaaaaann?!).
Le Scarpette Rosse mostrano che, quando le contraddizioni esistenziali paiono insanabili e la scelta impossibile, il compromesso non può che essere estremo. Cosa ci può salvare? Soltanto la creatività e la poesia sublimante del gesto. 




In ultimo mi viene spontaneo ringraziare Martin Scorsese per essere stato uno dei principali promotori ed artefici del restauro di questo film. Che, è sempre bene sottolinearlo, è del 1948 ed è opera del geniale duo Powell/Pressburger (Il Narciso Nero, 1947).

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