E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

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martedì 29 gennaio 2013

Petra Unchained

Due sono i dischi che mi stanno ossessionando in questi giorni di gelo nebbioso, due album che hanno a che vedere con il cinema ma in maniera differente, non soltanto perché dei due soltanto il primo è una colonna sonora, ma anche per le particolari qualità di talento che li informano.

VV.AA. DJANGO UNCHAINED O.S.T. (2012)

Sappiamo tutti che la perizia e la passione tarantiniane non sono confinate all'ambito della regia, ma si estendono anche in campo musicale, ed è ormai ben noto il grado di fissazione di Quentin per la ricerca e scoperta di vinili impolverati, appartenenti alle tradizioni più disparate. Impensabile, dunque, che per il suo blaxploit-western non andasse ad affondare le mani nei forzieri dei grandi compositori nostrani, non solo i Morricone, ma anche i Bacalov e i Riz Ortolani. Sì, perché a svettare non è di certo un eccessivamente poppettaro John Legend (niente a che vedere con la negritudine del disco con i Roots) e nemmeno il bricolage tra The Payback di James Brown e Untouchable di 2Pac, ma sono le composizioni dei maestri di cui sopra che brillano. Quasi non fossero passati quei 40 anni di media che ci separano dalla pubblicazione originale.  Ne cito una, I Giorni Dell'Ira di Ortolani. Semplicemente da pelle d'oca, e perfetta nel suo incedere che ricorda quello di un cavallo lungo una distesa desolata. Special mention per la superba collaborazione, speriamo da Oscar, tra Elisa ed Ennio Morricone, Ancora Qui.




PETRA HADEN - PETRA GOES TO THE MOVIES (ANTI-, 2013)

Petra Haden, ovvero: una one-woman band. Tra interpretazioni più tradizionali (Calling You, da Bagdad Café) e pezzi con sovraincisioni polifoniche della sua voce, mentre intona a cappella parti melodiche e vocalizzi ritmici (l'incredibile tema di Psycho, ma anche quello, splendido, di Rebel Without A Cause, Gioventù Bruciata). C'è spazio anche per gli italiani, l'ovvio Ennio Morricone (Per un pugno di dollari) e Nino Rota (con una pescata dalla colonna sonora de La Strada), e per compositori ormai 'classici' del cinema americano, come John Williams (Superman Theme). Un occhio alla (post)modernità (Hand Covers Bruise, da The Social Network), e il gioco è fatto. Abbiamo uno dei primi grandi dischi del 2013.



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