"I continenti invecchiano presto quando arriviamo noi. Gli indigeni vivono in armonia con essi, ma gli stranieri distruggono, tagliano le piante, prosciugano, e modificano così il rifornimento dell'acqua, e in breve il suolo, una volta che le zolle sono rivoltate sotto, si isterilisce, e si volatilizza come è già accaduto in tutti i vecchi paesi, e come l'ho visto incominciare nel Canada. La terra si stanca di venir sfruttata. Una regione si esaurisce rapidamente a meno che l'uomo non le ritorni i suoi residui e quelli dei suoi animali. Quando abbandona le bestie da lavoro per le macchine, la terra lo sconfigge rapidamente. La macchina non può riprodurre, né fertilizzare il suolo: e consuma quel che lei non riesce a produrre.
Un paese è fatto per rimanere quale noi lo troviamo. Siamo noi i disturbatori e dopo la nostra morte esso si troverà anche del tutto rovinato, ma sarà sempre lì, né sappiamo quali saranno gli ulteriori cambiamenti [...].
Io sarei tornato in Africa, ma non per guadagnarmi la vita, per questo mi bastavano un paio di matite e poche centinaia di fogli di carta della meno cara. Ma sarei tornato là, dove mi piaceva vivere, vivere veramente, non puramente trascorrere i giorni".
-- ERNEST HEMINGWAY, 1935.
Il seconda da destra, accanto a Hemingway, è Mr. J.P., detto "Pop", a cui il libro è dedicato. |
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