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domenica 3 dicembre 2017

Orchestral instrumental hip-hop contemporary big band etc etc etc



Chi mi conosce sa quanto mi facciano impazzire i progetti meticci, quelli che mescolano 'alto' e 'basso' (prendete l'utilizzo di questi termini come pure suggestioni e non, evidentemente, come giudizi di valore).

Tutto l'hip-hop che si ibrida col jazz e col funk in primis. E poi quei musicisti come Miguel Atwood-Ferguson, che per quanto mi riguarda occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore, fosse semplicemente per quel Suite For Ma Dukes, il concerto in onore del rapper e produttore americano prematuramente scomparso nel 2006, J Dilla. Un'orchestra di 60 elementi, con ospiti di spicco del mondo hip-hop, impegnati non soltanto nel rendere omaggio ad un musicista venuto a mancare troppo presto, ma - osservando l'evento da una maggiore distanza emozionale - nel trasmutare quei frammenti di intuizioni ritmico-melodiche in altro.




Ne riparlo volentieri, a distanza anche temporale dall'uscita (2010), grazie ad un ottimo pretesto:





Non sono mai stata un'amante dell'hip-hop californiano, troppo cazzaro per i miei gusti più nerd e politicizzati da East Coast. Di Dr Dre ricordo la presenza in California Love di Tupac Shakur (altro nome che non mi ha mai fatto impazzire), uno dei tormentoni ai tempi di MTV negli anni '90.
Questo progetto però mi è immediatamente apparso figo, già dalla foto di copertina, da cui fa capolino il logo dell'etichetta (TruThoughts), una garanzia. Ottimi i musicisti coinvolti, a cominciare da quel Sly5thAve a cui il disco è intestato (all'anagrafe Sylvester Uzoma Onyejiaka, sassfonista jazz di ampie vedute): un suono favoloso, caldo, impasti funk-orchestrali che si innestano su beats lenti e avvolgenti. Puro zucchero.





Nel mentre ne scovavo la versione integrale su YouTube, mi imbattevo in codesto ulteriore zuccherino:





Altro omaggio a J Dilla, reso da questa Abstract Orchestra della cui esistenza apprendo solo in questo momento. Ad un primo ascolto mi pare roba buona. Buoni ascolti!



sabato 20 dicembre 2014

D'Angelo strikes again


Il miracolo si ripete, doppio: il ritorno, dopo quattordici anni, di D'Angelo, e l'incanto in meraviglioso equilibrio tra (neo)soul, jazz, funk e hip-hop che è Black Messiah.

Dopo i riti voodoo ecco tornare il Messia.

Ciliegina finale di un anno musicalmente, a mio parere, molto ricco.


martedì 1 ottobre 2013

Sticky Songs


Appiccicoso. Inizia col rimanerti leggermente attaccato alla punta dei pensieri, facendo echeggiare la tua privata tappezzeria mentale con vibrazioni e giri di basso. Appena dopo scopri che il pestare della batteria ti risuona di continuo nell'orecchio destro. E poi pensi a quanto appaiano distanti eppure così affini questi due personaggi che si aggiustano gli occhialetti da nerd. Perché la voce di Costello, specie quando è occupata a disegnare quelle traiettorie così smaccatamente zuccherine e sentimentali (Tripwire, If I Could Believe: una Let It Be aggiornata al 2013), che possiede caratteristiche tali da rendertela potenzialmente irritante, riesce invariabilmente a smuovere qualcosa?


Boh. So solo che il  mio dito ha appena cliccato, come fosse la cosa più naturale del mondo, sul tasto 'aggiungi al carrello'. Versione deluxe con bonus tracks (strepitose).