E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

E' consigliato parlare con gli sconosciuti ...

venerdì 15 maggio 2015

Persi e ritrovati


Dovete sapere, tale è la mia devozione a questo progetto musicale, che custodisco gelosamente nell'armadio un poster con la locandina di Buena Vista Social Club di Wim Wenders (la strada de L'Avana con la figura di Ibrahim Ferrer che avanza lungo il marciapiede), acquistato qualche anno fa a Barcellona. Continuo a tenerlo lì, insieme ad altri 'preziosi' reperti, in attesa di un'occasione speciale in cui appenderlo, per riservargli il giusto spazio d'onore. Una vicenda simile, mi viene ora da pensare sorridendo, alla parabola - umana, artistica - degli Eroi di Buena Vista Social Club: rimasti per decine di anni, umilmente, al di fuori dei circuiti locali, stelle e talenti caduti nel dimenticatoio, e internazionali, perfetti sconosciuti fino all'operazione - anche qui: umana, ancor prima che musicale - di (ri)scoperta e valorizzazione compiuta da Wim Wenders e Ry Cooder.

Ora molti di quei protagonisti saliti alla ribalta in tarda età sono scomparsi, ma (per una volta!) che bella sorpresa il destino ha riservato loro: girare Europa e Stati Uniti, incidere album venduti in tutto il mondo, ottenere un riconoscimento forse nemmeno così desiderato e mai tanto meritato. Dopo il concerto alla Carnegie Hall di New York edito qualche anno fa, la World Circuit manda in commercio una raccolta di brani in precedenza mai pubblicati, se non nella versione in studio negli album solisti dei nostri eroi. Alla faccia degli scarti ...
C'è da piangere a sentire Ibrahim Ferrer in Bruca Manigua acclamata dal vivo, l'intreccio vocale di Compay Segundo e Eliades Ochoa in Macusa, la splendida Omara Portuondo in Lacrimas Negras e Tiene Sabor, le armonie di Ruben Gonzales al pianoforte (con tanto di improvvisazione vocale nella traccia nascosta!). Ma c'è anche molto da scoprire, specialmente riguardo alla dimensione ritmica: Black Chicken 37 è una chicca sublime, esotismo sospeso in una bolla onirica e terrena a un tempo, numero di alta scuola di Orlando 'Cachaìto' Lopez al contrabbasso e Angà Dìaz alle percussioni. Sull'onda dell'entusiasmo ho recuperato i loro due album solisti, che all'epoca mi erano sfuggiti: Cachaìto (2001) e Echu Minga (2004). Imperdibili, soprattutto il secondo. In ogni caso, l'uno suona anche nel disco dell'altro.





   Persi e ritrovati. Sì, per non lasciarci mai più. Buon ascolto e buone vibrazioni!



lunedì 4 maggio 2015

Stupidità senza fine

--> Texas, sparatoria al concorso di vignette (in negativo) su Maometto.

WASHINGTON - Sparatoria in Texas ad un concorso di vignette sul Profeta: due le vittime – gli assalitori – mentre un agente è rimasto ferito in modo lieve. Obiettivo il Curtis Culwell Center di Garland, sobborgo di Dallas, dove era in corso la «gara» promossa dall’American Freedom Defense Initiative che aveva offerto 10 mila dollari per il miglior disegno (in negativo) su Maometto. Un appuntamento a rischio, tanto è vero che gli organizzatori avevano ingaggiato una quarantina di guardie private. (LEGGI IL RESTO)


Continuo a rimanere attonita dinanzi a tanta e tale stupidità, né riesco a vedere o cogliere in cosa consista questa sbandierata (e vituperata) "libertà". Una simile perplessità mi ha colpito, giorni fa, nel leggere il titolo - proposto da un'insegnante ad un suo alunno - di una tesina di terza media: "Il terrorismo e la difesa dell'identità". Ho subito pensato, quale identità? Di che si tratta? E l'identità di chi, poi?
Le intuizioni - purtroppo in Italia non granché diffuse, se non entro specifici settori della salute mentale - di un grande antropologo e psichiatra, Georges Devereux (nato Georgy Dobo), fanno molto riflettere in tal senso, mostrandosi in tutta la loro attualità e risuonando (oggi, 4 maggio 2015, alla luce dei recenti fatti di cronaca) come un inquietante presagio.


"L'oggetto di questo studio è la fantasia che possedere un'identità sia un'autentica arroganza capace, automaticamente, di incitare gli altri ad annientare non solo questa identità ma anche l'esistenza stessa del presuntuoso per mezzo, in genere, di un atto di cannibalismo che trasforma il soggetto in oggetto".

-- GEORGES DEVEREUX (da una conferenza tenuta a Parigi nel 1964, dal titolo "La rinuncia all'identità: difesa contro l'annientamento").